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25 luglio 1943
La caduta del fascismo - 65 anni fa
Zelindo Giannoni


La Stampa
dal sito dell'Anpi di Lissone

Il 25 luglio è una data storica.
Mentre il 25 aprile 1945 è stato il giorno della liberazione dal nazifascismo, il 25 luglio 1943 ha segnato la caduta del fascismo, la fine del regime dittatoriale mussoliniano, del suo populismo demagogico.
Infatti il Gran Consiglio fascista con 19 voti a favore, 7 contrari ed un astenuto, nel tentativo di salvare il fascismo sbarazzandosi di Mussolini, responsabile della disastrosa guerra a fianco della Germania hitleriana, si trovò dinanzi a tali manifestazioni popolari di giubilo ed entusiasmo con l'abbattimento in ogni parte d'Italia delle effigi di Mussolini e del fascio che lo costrinse a recedere da ogni illusione di rilancio del fascismo stesso.
Nei mesi precedenti il fascismo aveva subito una serie di colpi: gli scioperi del marzo 1943, lo sbarco alleato del 10 luglio in Sicilia, i bombardamenti del 19 luglio a Roma con oltre 1500 morti, la convinzione di una guerra ormai perduta, che avevano irrimediabilmente minato la fiducia di gran parte del popolo italiano.

Dinanzi al proclama di Badoglio che alla fine affermava “la guerra continua”, i partiti politici antifascisti – PCI, PSI, Pd'A, DC, MUP e “Ricostruzione Liberale” - si riunirono il 26 luglio a Roma e firmarono un manifesto che richiedeva:
- liquidazione totale del fascismo e di tutti i suoi strumenti di oppressione;
- armistizio con gli alleati;
- ripristino di tutte le libertà civili e politiche;
- liberazione immediata dei detenuti politici;
- abolizione delle leggi razziali;
- costituzione di un governo di unità nazionale.
Posizioni chiare riprese nelle varie manifestazioni e nei comizi in diverse città italiane.

Anche Monza fece la sua parte: dall'osteria dei fratelli Bracesco, in via Manara - che era il luogo di ritrovo degli antifascisti che operavano nella clandestinità – il 26 luglio partì un corteo che raggiunse il centro cittadino, dove dal balcone del municipio parlò Gianni Citterio, poi medaglia d'oro al valor militare, che subito dopo l'8 settembre divenne uno dei punti di riferimento delle organizzazioni partigiane che si andavano formando per resistere all'invasione nazista e che immolò la propria vita assieme al “capitano” Beltrami ed altri undici partigiani, il 12 febbraio 1944 a Megolo, nella bassa Val D'Ossola.
Ricordiamo oggi il 65° anniversario di una data che segnando la fine del fascismo aprì la via all'organizzazione di tutte le forze politiche antifasciste che con la guerra di Liberazione vittoriosa portarono alla libertà, alla democrazia, alla Costituzione repubblicana, i cui valori, di fronte ad una serie di comportamenti ed atteggiamenti politici che sfiorano l'incostituzionalità, sono di grande attualità e punto di riferimento fondamentali per l'impegno, l'attività e l'iniziativa dell'ANPI e di tutti i democratici.

Zelindo Giannoni
presidente ANPI provinciale di Monza e Brianza.


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  25 luglio 2008